Piera LevoAcqui Terme. Gianluigi Paragone alla chitarra. Gli Skassakasta con gli altri strumenti. La canzone è Dimmi il nome (Litfiba). E presto il nome salta fuori…
L’editoriale – ma non è una novità – è in musica. Con il conduttore che lascia spazio a diverse testimonianze, testimonianze di un’Italia esasperata, che ha perso la pazienza. Alla sbarra “ladri e parassiti”. Una voce fuori campo, ad un certo punto grida, “dentro i colpevoli, fuori noi!”. Così è cominciata la puntata del primo di febbraio de L’ultima parola, programma RAI. Il titolo è Un monte di soldi finti. La cronaca bussa alla porta. Ma “i mali” sono antichi. I nodi, prima o poi, come dice il proverbio, vengono al pettine. Oltre ad ospitare il sindaco di Alessandria Rita Rossa (perché lo Stato rifinanzia le banche e non i Comuni?), e poi l’avvocato Roberto Vassalle, Giulio Tremonti, Benedetto Della Vedova, Nicola Latorre e Andrea Romano, Magdi Cristiano Allam, Maria Stella Gelmini e altri, ha registrato la denuncia di Piera Petrini Levo, titolare della Nuova BB di Bistagno. Mentre Gianluigi Paragone sottolinea le debolezze di un sistema che non viene in aiuto di chi è in difficoltà, in un’Italia in cui le imprese oggi cadono come mosche, la disoccupazione cresce e le famiglie non ce la fanno più, e la Banca d’Italia sembra aver dimenticato le sue responsabilità di controllo sui prodotti tossici, sugli swap “che il buon senso inviterebbe a togliere subito dal mercato” – è la chiosa di Paragone, ecco le parole di una nota figura dell’Acquese. Che, inizialmente, grazie a “Report” e a Milena Gabanelli, e poi con diversi e successivi contributi in video, è divenuta familiare a tanti telespettatori per la sua lotta condotta, senza quartiere, contro gli swap. (E, di tanto in tanto, Piera è andata a raccontarla anche nelle scuole superiori acquesi, nell’ambito di quella che potremmo chiamare, con una parola antica, l’educazione civica). Ecco la trascrizione, con lievi adattamenti, del suo intervento (registrato negli studi di Milano: si trova all’inizio della trasmissione, che si può rivedere in streaming attingendo al sito web della RAI).

Cari politici, che scoprite solo oggi il disastro della cosiddetta ‘finanza strutturata’, bastava chiedere a noi imprenditori che con quelle schifezze conviviamo da anni.
Poi il riferimento alla vicenda che poteva mettere alla corde il lavoro e una tradizione familiare. Nel 2000 la nostra impresa fu costretta a sottoscrivere una assicurazione sui tassi, nonostante l’affidamento fosse garantito da fideiussioni che coprivano tutto ciò che possedevamo. Ho passato 12 anni della mia vita per uscire dall’incubo. Ma io ho vinto la mia battaglia. Perché quella assicurazione sui tassi, in verità, non lo era; era una scommessa, era un prodotto derivato che ha messo a rischio la vita di venti famiglie, semplicemente per permettere l’ascesa economica di una banca. Cari banchieri, ora che la cloaca dei vostri sotterranei maneggi, delle vostre aggregazioni è stata scoperchiata, noi italiani, noi imprenditori, non saremo più disponibili a sopportare tutto ciò. Personalmente non dimenticherò il dolore, la disperazione degli imprenditori. Per questo è nato il blog disastro derivati, che serve a dare coraggio… disastro derivati mai più!!!.

Ed è proprio un grido quello che accompagna le ultime cinque parole.

G.Sa
L’Ancora – 10 febbraio 2013
www.lancora.eu 

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