Ormai la questione dei “derivati” complessi, specie in relazione a enti locali e regioni, interessa la sicurezza nazionale: visita il link.
Ecco alcune osservazioni all’articolo della Dott.ssa Bufacchi, inviatovi stamattina, che mi ha girato un esperto consulente:
1. nessuno dei consulenti tecnici più avveduti sostiene che il mtm iniziale debba essere a zero;
2. esistono delle caratteristiche comuni al modo in cui sono stati venduti i derivati. Se quindi non si può parlare di rischio sistemico, è altrettanto vero si potrebbe individuare elementi che accomunano più enti;
3. più rilevante è che i costi, in quanto occulti, non siano stati oggetto di gara visto che spesso alla banca veniva affidato ruolo di advisor;
4. il tema della convenienza economica attesa o meno resta inalterato anche a fronte delle considerazioni della Dottoressa Bufacchi, visto che la convenienza economica va verificata rispetto ai COSTI e non rispetto al concetto più restrittivo dei margini per la Banca;
5. da notare che spesso la giustificazione della remunerazione per la Banca del rischio di credito dovrebbe quanto meno essere ridimensionata nei casi in cui, se si tiene conto del meccanismo degli swap di ammortamento, il rischio di credito era più a carico dell’Ente verso la Banca;
6. la mancanza di competizione impone diverificare quanto elevati fossero tali costi occulti rispetto ai rischi;
7. se poi andassimo a parlare dei sinking fund di cui tra i primi ha parlato proprio la Dottoressa Bufacchi.
Chioso io: – sul totale delle commissioni implicite caricate dalle banche, il costo equo totale sostenuto dalle stesse per la strutturazione dle prodotto e per il rischio di controparte, quindi giustificabile, incide in misura modesta; – comunque, mancava la necessaria trasparenza circa queste benedette commissioni implicite e la loro struttura, cio’ che inficia l’intera operazione.

Cordiali saluti. Osvaldo Pettene