Oltre un decennio fa la Corte di Cassazione aveva stabilito che gli interessi anatocistici (interessi calcolati sugli interessi gia’ maturati, contabilizzati in corso d’anno) pretesi dalle Banche non erano dovuti.
Poi intervenne il Decreto D’Alema “salvabanche”, che rese legittima la pattuizione degli interessi anatocistici, a condizione che le stesse condizioni fossero applicate anche ai conti correnti con saldo attivo, quindi con la Banca a debito del correntista.
Rimaneva pero’ fermo che, fino ad allora, la prassi delle Banche aveva violato la legge, sicche’ i saldi dei conti correnti andavano ricalcolati a favore del correntista, avendo egli subito dei pagamenti indebiti.
Consumatori ed imprese hanno comunque dovuto ingaggiare vertenze giudiziarie per oltre un decennio, perche’ le Banche, spontaneamente, non hanno mai voluto restituire il maltolto, rideterminando i saldi dei c.c.
Le Banche si sono difese sollevando anche la eccezione di prescrizione, secondo cui il termine decennale per la restituzione degli indebiti ai correntisti decorrerebbe dalla singola illegittima annotazione a debito sul conto corrente.
Con una recente sentenza, resa a Sezioni Unite, la Corte di Cassazione (all.1: articolo di A. Busani) ha finalmente stabilito che la prescrizione decorre dalla chiusura del conto, consentendo quindi ai consumatori e alle imprese di poter recuperare quanto indebitamente caricato sui conti correnti anche nel corso degli anni novanta.
Nel disegno di legge di conversione del Decreto-legge c.d. milleproroghe, la maggioranza al Senato, con un emendamento a sorpresa, ha sterilizzato l’impatto della pronuncia appena ricordata, facendo un bel regalo al sistema bancario .
Si tratta del comma 9 dell’art. 2 – quinquies degli Atti Senato 2518, qui all.2: ” /In ordine alle operazioni bancarie regolate in conto corrente l’art. 2935 c.c. si interpreta nel senso che la prescrizione relativa ai diritti nascenti dall’annotazione in conto inizia a decorrere dal giorno dell’annotazione stessa/ ” (in calce a all.2, il testo degli art. 2934 e 2935 c.c.).
Risultato pratico immediato (a parte la illegittimita’ costituzionale e altre imperfezioni della progetto di norma): tutte le pretese dei consumatori e delle imprese per la restituzione delle somme indebitamente trattenute dalla Banche per anatocismi risalenti agli anni novanta saranno cancellate dalla milleproroghe, se verra’ approvata dalla Camera de Deputati.
Per le critiche di carattere politico e costituzionale, rimando all’articolo di M. Nobili, sul SOLE 24 ORE di ieri (all.3), all’intervento del Sen. Iannutti del 15.02.2011 (all.4), alle dichiarazioni del Deputato Barbato di IDV (all.5) e, infine, all’articolo di D. Pesole sul SOLE 24 ORE di oggi (all.6).
Non resta che denunciare l’accaduto e fare sacrosanta pressione sui rappresentanti alla Camera dei Deputati (I Affari Costituzionali; V Blancio) e, perche’ no, al Governo.
Si tratta di una norma che, se approvata, metterebbe, questa si’, le mani “nelle tasche dei consumatori e delle imprese”.
Avv.to Osvaldo Pettene